Una pagina di storia nella lunga vita di una nostra Socia

CARROARMATOSabato 19 aprile é mancata la nostra socia più anziana, Domenica (Ica)  Perciabosco Coppola, che fra qualche mese avrebbe compiuto 102 anni.

Durante le esequie è venuto alla luce un episodio del suo passato che merita certo di essere qui raccontato: il 9 settembre del ’43 Ica e suo marito, capitano dei carristi richiamato, di ritorno da una breve licenza trascorsa a Palermo, ebbero la sorpresa di trovare deserta la caserma dove aveva sede il  4º Reggimento Carri, appena ricostituito  a Montecompatri, dopo il suo annientamento eroico a Tobruk nel ’41.

L’unico presente era un altro nostro socio, il compianto Antonino Gebbia, appena uscito dall’accademia di Modena, che spiegò loro come il comandante del reparto, colonnello Pintaldi, disponendo di 800 reclute non ancora addestrate, aveva deciso di disperdere tutti in attesa di nuovi ordini.

Prima che si sapesse dell’armistizio, il colonnello aveva mandato Gebbia nella vicina Frascati, perché partecipasse alla ricerca di superstiti al disastroso bombardamento  dell’8 settembre, volto a colpire il comando del generale Kesserling.

Tornato in caserma, e dopo aver ucciso 2 soldati tedeschi, rimasto solo e senza ordini, il giovane tenente era intento a bruciare le pubblicazioni classificate, e si mostrava angosciato perché comandante e ”dispersi” avevano abbandonato nella sua bacheca la bandiera di guerra del reggimento, consegnata con solenne cerimonia dal principe Umberto pochi giorni prima, in sostituzione di quella bruciata a Tobruk dai sopravvissuti perché’ non cadesse in mano nemica.

Fu allora che Ica prese in mano la situazione, ed avvolgendosi il drappo al corpo, dissimulato sotto i vestiti, mandò suo marito ed il tenente Gebbia a cercare delle biciclette, sulle quali il trio raggiunse Roma, superando senza problemi alcuni posti di blocco tedeschi.

Qualche anno dopo, nel 1953, il 4º Reggimento Carristi fu ricostituito, ed il capitano Gebbia, che aveva proseguito la guerra nell’8ª Armata britannica, vi si fece subito assegnare, rimanendovi per molti anni della sua lunga carriera militare.

Ma anche la bandiera salvata da Ica tornò al reggimento, il cui comandante, in una toccante cerimonia, nominò la signora Coppola ”alfiere onorario”.

Una bella storia, che spero abbia suscitato in voi la stessa commozione che ho provato io, quando in occasione delle esequie della Socia Benemerita Ica Perciabosco Coppola, la ho ascoltata.

 

 

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