Giuseppe Angilella, dal Pub alle Olimpiadi …

A parlargli di Olimpiadi un anno fa, avrebbe magari sorriso. Ma sarebbe stato il sorriso amaro di un ragazzo non ancora trentenne che fin da piccolo aveva coltivato sogni di gloria sportiva, prima di essere costretto a lasciare l’attività per una schiena apparentemente impossibile da sistemare.

Poi, nel giro di pochi mesi, la sua vita è cambiata di nuovo: una telefonata ha riacceso speranza e fiducia, una sorta di taumaturgo ha rimesso in sesto muscoli e ossa, mentre il compagno di squadra faceva da paziente mentore. Tutti sicuri che Giuseppe Angilella avrebbe ritirato fuori in tempi record quella classe che aveva incantato il mondo della vela appena un lustro fa, quando si era ritagliato un posto anche in coppa America. E così è stato.

Oggi, il ventottenne palermitano del circolo Lauria si appresta a perfezionare la preparazione alle Olimpiadi di Londra, dove sarà in gara insieme a Gian Franco Sibello nelle regate dei 49er. «Non me lo aspettavo – racconta – Due anni fa la mia carriera era finita, la schiena eraa pezzie non c’era verso di alleviare i dolori durante le regate. In pratica, non ho più rimesso piede su una barca per più di un anno. Ho fatto l’imprenditore. Ho aperto un’agenzia immobiliare e due pub. Ormai pensavo solo alle mie società. La vela sembrava un lontano ricordo».

Poi, una sera dello scorso ottobre, arriva la telefonata che gli cambia la vita. Il direttore tecnico della Nazionale di vela Luca De Pedrini lo chiama per comunicargli che con ogni probabilità Pietro Sibello non potrà fare coppia con il fratello Gian Franco a Londra. Un angioma lo blocca. Serve qualcuno che lo sostituisca e, secondo De Pedrini, Angilella è l’uomo adatto. Sempre che ritorni l’Angilella di una volta, il migliore talento italiano del 49er in circolazione. «Ricevuta questa iniezione di fiducia – continua – chiamai subito Michele Basile (tecnico fra gli altri di Simona La Mantia, vice campionessa europea di salto triplo, N.d.R.) per chiedergli se il mio fisico poteva reggere il ritorno agli allenamentie alle gare. Lui mi disse subito di sì, ma a un patto». Il patto era semplice: lasciare stare la corsa e sostituirla con il lavoro su bicicletta. L’accorgimento funziona: «Dopo sette mesi di allenamento, non ho più dolori alla schiena. Mi sento in forma quasi come due anni fa», dice Angilella.

«All’inizioè stato durissima, con il vento forte non avevo le stesse sensazioni di prima. Ma Gian Franco è un grande campione, mi ha messo subito a mio agio e ha avuto la pazienza di attendermi».

I primi risultati non sono tardati ad arrivare: «Nell’ultima regata di coppa del Mondo abbiamo fatto degli ottimi parziali. Poi, siamo stati in Inghilterra e abbiamo fatto delle prove con i francesi più che confortanti». Il 18 giugno è arrivata la conferma della convocazione. Adesso, c’è solo il tempo di prepararsi al meglio: «A Londra ci scontreremo con equipaggi che gareggiano insieme da almeno quattro anni. Ma non mi preoccupo. Non abbiamo nulla da perdere. E il vento forte che spira lì si adatta alle nostre caratteristiche.

È un sogno essere alle Olimpiadi, soprattutto dopo tutto quello che mi è successo. Ma adesso che ci sono, voglio una medaglia».

DARIO PRESTIGIACOMO -  La Repubblica sez. PALERMO

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